Il nostro amico Vittorio Antoniazzi ci ha relazionato sul progetto Semary 2016



      PROGETTO APPROVVIGIONAMENTO IDRICO A

     SEMARY E SITUAZIONE GEOPOLITICA  IN MALI


PREMESSA

L’attuale situazione geopolitica ha radici fin dal 1960, quando i Francesi non acconsentirono ai Tuareg, presenti nel nord della regione, di realizzare una nazione indipendente. Il seme di tutte le discordie intervenute ciclicamente ad intervalli pressocchè decennali.
Ma da ultimo è stata la dissoluzione della Libia nel 2011 a innescare i problemi in parte ancora attuali.
I militari tuareg maliani al soldo di Gheddafi con armi e bagagli son ritornati nei luoghi d’origine ed hanno iniziato le loro rivendicazioni. Ma il territorio era anche “abitato” da trafficanti di uomini destinati a imbarcarsi verso l’Europa, da trafficanti di droga che la ricevevano dal Sud America destinazione Europa e questi avevano interesse affinchè la situazione determinasse un vasto territorio franco per i loro loschi traffici. Dunque si appoggiarono alla rivolta iniziata a metà gennaio 2012 costituendosi in bande a loro volta infiltrate da elementi estremisti (Moktar Belmoktar, Ansar Dine, AQMI, MUJAO, ecc).
L’esercito maliano subì una secca sconfitta e si ritirò a Sud del fiume Niger ed il movimento ribelle, con i tuareg in testa organizzati nell’MNLA, cominciò a dividersi.
L’MNLA si accontentò del vastissimo territorio desertico dell’Azawag “liberato”, ma i gruppi più estremisti decisero di provare l’avventura a Sud.
Nel frattempo un colpo di stato militare intervenne nell’aprile del 2012 con il tacito plauso della Francia e quando le frange estremiste tentarono di occupare territori a sud di Mopti, sul Niger, i francesi intervennero con inaudita efficacia appoggiati da truppe ciadiane e aiutati dai mtuareg dell’MNLA.
Nel giro di poche settimane spazzarono tutto il territorio liberando tutte le città ed i luoghi strategici e costringendo i pochi superstiti a rifugiarsi in Libia ed in sud Algeria prevalentemente.
Da questo momento una risoluzione ONU portò all’invio di un contingente di circa 12.000 militari per impediire atti violenti tra i Tuareg e le forze armate maliane e imbastire un processo di pace sfociato negli accordi di Algeri del 2015. Le frange estremiste intanto, impossibilitate a ricostituirsi, passavano agli attentati che, pur con un controllo capillare del territorio, persistono, soprattutto nei confronti dei militari dell’ONU e dell’esercito Maliano nel Nord del Paese. Attentati si son verificati anche a Sud, il più sanguinoso ad un hotel della capitale Bamako.

SEMARY

Il villaggio di Semary appartiene alla Falesia di Bandiagara, vasto altipiano a sud del Fiume Niger ed abitato prevalentemente dall’etnia Dogon.
Come tutto il territorio Dogon non ha mai visto transitare le truppe maliane né i ribelli del Nord.
Privo di risorse del sottosuolo, che invece abbondano nel nord desertico (oro, petrolio, gas naturale, uranio, ecc) il territorio Dogon ha la sua popolazione dedita solamente all’ agricoltura di sussistenza o poco più e le sue condizioni di estrema difficoltà per la mancanza d’acqua sono conosciute da sempre. Come per i villaggi limitrofi che IN VITA sta aiutando a recuperare condizioni di vita minimamente degne, anche per Semary è giunta l’ora della presa in carico.
Nelle visite periodiche da me effettuate nel 2012 e nel 2014 si son potute verificare le possibili risorse del territorio e dopo tre ulteriori tentativi di scavo di pozzi a grande profondità (purtroppo con esito negativo) si è optato per la soluzione rimasta: portare al villaggio acqua distante 14.500 m circa. Un’impresa costosa, ma già realizzata nel 2014 per il villaggio gemello di Tin Tam, ora felicemente servito con rubinetti in centro paese. 4.500 persone che han ritrovato la salute attraverso acqua buona.
Nel 2015 è stata la volta di un altro piccolo villaggio: Oumé. Anche qui problema acqua risolto ed ora accanto alle fontane, come del resto a Tin Tam, il comitato di gestione ha realizzato piccoli orti con insalata, pomodori, melanzane, peperoni, ecc.
Una risorsa impensabile fino a pochi anni prima.
A Semary le persone interessate erano con il censimento del 2009 3750, ora presumibilmente di più.
Nei due mesi scorsi, i rappresentanti dell’Associazione Belga REGARDS DOGONS (Sonia Lereaux e Jean Marie), legata ad IN VITA per la risoluzione del problema adduzione acqua a Semary ed il rappresentante di IN VITA in loco (Bocary Guindo), sono rimasti in zona per accertarsi che tutto e tutti siano pronti.
Tutte le autorità Comunali han siglato un protocollo di accordo per rifornire il villaggio di acqua potabile ed i vari comitati di gestione sorti sono, ciascuno per le sue competenze e capacità, pronti a mobilitare tutte le risorse umane necessarie.
La cronica mancanza di acqua e la risoluzione di questo problema, visto risolto per i villaggi vicini, è la priorità assoluta. Dopo, si ridurranno al lumicino le malattie, le donne avranno più tempo per qualsiasi altra attività (microcredito sull’allevamento, microcredito per la realizzazione degli orti, ecc), i loro figli potranno frequentare la, per ora, fatiscente scuola comunitaria con assiduità e senza rinunce per la “caccia” quotidiana all’acqua in piena stagione secca (da dicembre a tutto giugno, proprio nel bel mezzo e alla fine dell’anno  scolastico).
Al momento dell’avvio del progetto, la mia presenza è dovuta al fine di supervisionare le varie fasi delle attività nel periodo che va dalla posa delle condotte dall’installazione dell’incastellatura per il serbatoio e dall’installazione dei due gruppi fotovoltaici che forniranno energia alle pompe fino al collaudo dell’impianto.
Come già successo a Tin Tam e Oumé, tutto lascia presagire una buona e duratura riuscita, con una gestione analoga della cassa comunitaria per le necessità riparative e manutentive future.
Un grazie agli amici del "pozzo...di bollicine" che contribuiscono a questi progetti.

Un saluto
  
Vittorio Antoniazzi

Commenti